Ansia e performance

L'ansia prima della partita o in determinati momenti cruciali è una condizione che l'atleta prova molte volte nella sua carriera. Imparare a gestirla è necessario per evitare il suo effetto negativo sulla performance e quindi sul risultato finale.

Evolutivamente parlando, i meccanismi alla base dell'ansia e dello stress hanno da sempre aiutato i nostri antenati a sopravvivere, favorendo una migliore reazione di adattamento all'ambiente. Questo meccanismo di difesa, definito di attacco-fuga, innesca delle reazioni istintive (paura, ansia, tensione muscolare, aumento della frequenza cardiaca) che preparano all'azione e permettono di fuggire o affrontare il "problema". Mentre in passato i problemi erano legati alla sopravvivenza (cercare cibo, riparo, non farsi sbranare), oggi le sfide sono meno legate al pericolo di vita.

Tuttavia non sono esenti da rischi psicofisiologici importanti a lungo termine. Ad esempio, una situazione problematica nel contesto famigliare, lavorativo o sentimentale, un'attività sportiva agonistica, parlare in pubblico, difficoltà a socializzare, ecc. sono tipici esempi di "problemi da risolvere" per cui il meccanismo di lotta o fuga si attiva. Imparare a gestire tale meccanismo e di conseguenza l'ansia e lo stress in situazioni critiche è fondamentale per migliorare la propria performance sportiva. Non a caso in allenamento, dove non ci sono aspettative, ansie, prove da affrontare, pensieri di vittoria o sconfitta e dove si è solamente concentrati sul miglioramento della performance, si ottengono i risultati migliori.

Ma è la partita la vera "sfida" da affrontare e gestire l'interruttore della lotta/fuga non è una cosa che ci è stata insegnata. I meccanismi dell'ansia possono anche determinare una condizione definita come ansia da prestazione, in cui si prova ansia anticipatoria nell'attesa di un evento sportivo importante. In questo caso le aspettative, i pensieri negativi e le emozioni spiacevoli provate influiscono negativamente sulla prestazione, condizionando la motivazione, l'autostima e quindi anche i successi dell'atleta.

Lo psicologo dello sport, attraverso strumenti quali il mental training, la mindfulness e la meditazione sportiva, può insegnare a gestire meglio queste sensazioni, favorendo il distacco mentale dell'atleta e orientandolo sull'esecuzione della performance.


Dott. Martino Miccoli
Psicologo Psicoterapeuta a Reggio Emilia



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