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L’ansia non è un pericolo! Imparare a disinnescare l’interruttore della lotta

A volte ci ritroviamo in alcuni momenti della vita a provare l’esperienza di uno stato ansioso che può anche culminare in un attacco di panico. Le sensazioni fisiche provate sono per noi allarmanti e ci sentiamo in pericolo al punto da pensare che c’è qualcosa che non va nel nostro corpo e dobbiamo fare accertamenti specialistici. Esistono tante situazioni nella vita in cui è legittimo provare tali sensazioni fisiche (ad esempio paura per un esame, per un colloquio di lavoro, per un rapporto sentimentale in crisi, per la propria salute, ecc.). Nel linguaggio comune l'ansiaè una reazione del nostro corpo che si attiva attraverso sensazioni fisiche fastidiose, in presenza di una situazione potenzialmente pericolosa. Quando l'intensità e la durata delle sensazioni fisiche raggiungono livelli molto alti e per la maggior parte della giornata, iniziamo a fare fatica a regolare le nostre emozioni, soprattutto quelle spiacevoli come paura, senso di colpa, rabbia, tristezza, e non riusciamo ad affrontare le giornate come facevamo prima, anche nelle situazioni più comuni.

Spesso siamo cresciuti senza allenare la nostra flessibilità psicologica, senza abituarci a “cattive sensazioni”, senza comprendere le nostre emozioni spiacevoli, al punto che nel momento in cui proviamo ansia e paura, vogliamo sbarazzarcene il più in fretta possibile, perché ci fanno stare male. La flessibilità psicologica è preziosa per gestire i pensieri negativi e le emozioni spiacevoli, associate alle esperienze di vita. In tal modo sarà possibile evitare di disperdere energie inutilmente e investirle in quello che per noi è importante, nei nostri valori e bisogni e non in quelli degli altri. I pensieri negativi sono per natura disturbanti perchè attirano la nostra attenzione. Spesso condizionano l'intera giornata e quindi tutte le attività, dal lavoro al tempo libero, dallo sport al tempo passato in famiglia, a quello passato nel contesto amicale. Tipici esempi di pensieri negativi sono:

  • Non uscirò mai da questa situazione
  • Sono sempre il solito
  • Sbaglio sempre
  • Ho paura che non sarò mai in grado di…
  • Faccio sempre i soliti errori..non imparo mai

Spegnere l’interruttore della lotta. Esiste un meccanismo adattivo ed evolutivo ancestrale per cui queste sensazioni negative in noi si attivano quando siamo davanti al pericolo, come i nostri cari antenati animali. Ma mentre loro dovevano difendersi dal rischio di morire, con l’evoluzione ora l’uomo attiva in automatico questo meccanismo Attacca/Scappa, ogni volta che sentiamo di essere davanti a un pericolo. Più riteniamo che alcune situazioni siano un grosso pericolo, più spesso si accenderà l’interruttore che ci farà provare strane sensazioni, che placheremo solo se evitiamo di stare in quelle situazioni (ad esempio davanti ad un attacco d’ansia smetto di fare quello che stavo facendo e rientro a casa, per evitare che si accenda il mio interruttore che provoca sensazioni brutte)

Continuare a lottare contro queste sensazioni spiacevoli è una trappola e ci distrae da quello che vogliamo davvero fare. Il nostro nemico peggiore risiede proprio nella nostra testa, nel nostro modo di pensare a queste paure.

Metafora dei Demoni sulla Barca. Se immaginiamo noi come dei Capitani di una Barca, il timone come lo strumento per andare dove vogliamo andare, possiamo anche immaginare le sensazioni spiacevoli di cui stiamo parlando come dei diavoli di forma, colore e aspetto diverso per ogni paura o emozione negativa che abbiamo.

I demoni accompagnano tutte le barche di tutti gli esseri umani e sono nelle loro stive e quando noi o chiunque altro sulla terra dobbiamo fare una cosa che vogliamo, giusta, o che ritieniamo giusta, o che è importante ma potrebbe fare male, dispiacere o deludere qualcuno, ecco che i demoni salgono su e ci attorniano. Quindi si accende l’interruttore della lotta e proviamo subito a spegnerlo comportandoci in modo da far calmare i demoni (facendo quello che vogliono gli altri, per piacere o non deludere, assecondando, compiacendo,..).

I diavoli sanno intimidire bene con frasi tipo: “Ma cosa stai facendo? Non ce la farai mai” “Sei un inetto! È inutile che punti a terra, non ci riuscirai” “Davvero vuoi fare una cosa così e far star male qualcuno?…”

ECCO PERO’ IL PUNTO INTERESSANTE. Questi demoni sono nati con noi e si sono rinforzati nel corso delle esperienze di vita, belle, brutte, stressanti e traumatiche che abbiamo vissuto. Anche se i demoni sono così bravi a spaventarci e a minacciarci, in realtà non ci fanno mai male veramente. Perché no? Perché non possono farlo. Tutto ciò che possono fare è spaventarci. Il loro unico potere è la capacità di fare paura.

Quando ci renderemo conto che non hanno la capacità di fare del male fisicamente, saremo liberi. Potremo condurre la barca ovunque, a patto però di esser disposti ad accettare la presenza dei demoni; possono urlare e protestare, ma non possono fare niente per fermarci se decidiamo di procedere, ed impareremo a procedere e ad agire sempre di più.

Ciò che percepiamo come demoni non sono altro che le nostre emozioni, pensieri, ricordi, impulsi e sensazioni. E quei demoni continueranno a comparire ogni volta che inizieremo ad orientare la nostra vita in una direzione per noi importante. Non possiamo vivere senza le nostre emozioni e, se impariamo a convivere con loro, scopriremo che non sono affatto spaventose come sembrano e che possono trasformarsi in bussole preziose necessarie per proseguire il nostro viaggio.

So che a chi legge apparirà difficile e strano questo articolo, perché parlo di abbracciare le emozioni negative (a me piace chiamarle spiacevoli perché non esistono emozioni negative, ma solo emozioni funzionali che possono essere piacevoli o spiacevoli), di andare avanti e camminare con le nostre paure, ma se fermiamo la nostra vita e le cose che stiamo facendo a causa loro, perché non le conosciamo, perché ci spaventano, allora staremo peggio. Proviamo a pensare cosa accadrebbe invece se le conoscessimo già, se ne avessimo dimistichezza, se fossimo in grado di capirle e comprendere il perché arrivano (spesso sono il segnale di qualcosa). Forse impareremmo a vivere come vogliamo e loro ci darebbero tregua. Tutto questo è possibile impararlo in un percorso di crescita personale, all’interno di una psicoterapia individuale, con coraggio e mettendosi in gioco, ma a prescindere da questo auguro ad ogni lettore di trovare il modo per poter imparare a stare con le proprie emozioni senza rifuggirle, starà molto meglio.


Dott. Martino Miccoli
Psicologo Psicoterapeuta a Reggio Emilia

Dott. Martino Miccoli
Psicologo Psicoterapeuta
P.I. 02769480738

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